La comunicazione non finanziaria

Le informazioni non finanziarie (e finanziarie) sono fondamentali per valutare le prospettive future aziendali. Gli assetti organizzativi dell’impresa devono includere la capacità di stimare l’andamento gestionale, con valutazioni rapide in continuo, mediante il ricorso a indicatori chiave gestionali (KPI) finanziari e non finanziari.

La dottrina ha elaborato linee guida e proposto KPI per uniformare la reportistica non finanziaria delle imprese.

L’Organismo Italiano Business Reporting (OIBR) ha pubblicato ad aprile 2022 il Quaderno n. 7 “Informazioni non finanziarie per gli adeguati assetti e per la previsione delle crisi nelle PMI” in cui propone una selezione di KPI individuati per le seguenti dimensioni aziendali:

  • Assetti organizzativi
  • Assetti amministrativi
  • Assetti contabili
  • Contesto aziendale
  • Reputazione aziendale
  • Istituti finaziari
  • Clienti
  • Fornitori
  • Prodotto
  • Struttura organizzativa
  • Processi interni
  • Struttura dei costi

L’International Integrated Reporting Council (IIRC) a gennaio 2021 ha pubblicato l’aggiornamento del Framework Internazionale <IR> (Reporting Integrato) che consiste in linee guida basate su “Principi Guida” ed “Elementi di Contenuto” per la comunicazione in merito alla creazione, preservazione o erosione del valore aziendale, che è costituito da diversi tipi di capitali

  • Capitale finanziario
  • Capitale produttivo
  • Capitale intellettuale
  • Capitale umano
  • Capitale sociale e relazionale
  • Capitale naturale

Il Framework <IR> non prescrive specifici indicatori chiave di performance (KPI) per misurare come l’attività aziendale incida sul proprio stock di capitali, ma lascia ai responsabili della strategia aziendale il compito di identificare i metodi di misurazione più appropriati, in base agli aspetti più significativi (materialità) per la propria azienda.

L’OIBR ha pubblicato nel 2019 il documento Reporting integrato delle PMI. Linee guida operative e casi di studio”, che ha lo scopo di dare al Framework Internazionale <IR> una specifica connotazione rivolta alle PMI.
In Appendice 1 propone una lista di indicatori Key Performance Indicators (KPIs) e Key Risk Indicators (KRIs) che potrebbero essere
adottati dalle PMI.

Lo stesso OIBR ha, inoltre, pubblicato a settembre 2022 il Quaderno n. 8 “L’implementazione del principio di materialità. Linee guida applicative per identificare e monitorare la rilevanza delle questioni
di sostenibilità”
con lo scopo di fornire una guida step-by-step per condurre l’analisi di materialità.

Il Network Italiano Business Reporting (NIBR) ha pubblicato a febbraio 2018 le “Linee guida e best practices per l’informativa sul Business Model nell’Integrated Reporting”, per rappresentare, descrivere ed esplicitare in modo adeguato il proprio Business Model, cioè il proprio modello di creazione di valore, sotto forma di schema più o meno complesso.

La dottrina evidenzia, quindi, sempre con maggior enfasi, quanto sia necessario un Reporting Integrato (IR) con lo scopo, tra gli altri, di migliorare la qualità delle informazioni trasmesse ai fornitori di capitale finanziario sempre più interessati non solo ad informazioni consuntive, ma soprattutto prospettiche e in ottica strategica.

Adottando una comunicazione non finanziaria, che tende a monitorare gli effetti delle proprie azioni (modello di business) non solo sul capitale finanziario, ma anche su tutti gli altri tipi di capitali, le società commerciali hanno l’opportunità di realizzare un cambiamento identitario profondo dell’idea stessa della propria impresa, che per qualcuno potrà costituire il coronamento della propria storia di sempre, per altri un vero e proprio cambio di paradigma, nella convinzione che il mercato stia cambiando radicalmente. Una reportistica adeguata deve servire a far conoscere l’ambizione di diventare un’impresa migliore per il mondo.

Questo nuovo modo di fare impresa ha trovato dignità di legge nell’ordinamento italiano con la legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità) all’art. 1, commi da 376 a 384 che ha istituito le Società Benefit. Queste sono imprese ibride che, oltre allo scopo di dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, ambiente e stakeholders, impegnandosi a valutare in maniera trasparente il proprio impatto.

In Italia è nata, l’Associazione Nazionale per le Società Benefit (Assobenefit) che si propone di supportare queste iniziative a sostegno dello sviluppo del movimento Benefit in Italia.

Uno strumento software adatto a imprese di maggiori dimensioni è: Mesa Analitica – Planning & Consolidation